Giunti al loro 2° album,
gli scandinavi Falconer, ci dimostrano come nel 2002 si possa ancora dare
alla propria proposta un’impronta personale, pure rimanendo legati
agli stilemi dell’ epic metal più classico. Voce dai toni caldi
ed evocativi, chitarrismo dalle tinte melodiche che, solista, viene a puntellare
le songs in più parti, conferendogli un incedere calzante simile
allo stile Warlord, ritmi mai elevatissimi con un utilizzo attento e vincente
di accelerazioni in doppia cassa, atmosfere dal gusto celtico, a volte ricreate
tramite l’utilizzo di fiati o soavi tappeti pianistici, assenza del
ritornello corale ad effetto tipico di band quali Gamma Ray, Hammerfall
o Rhapsody, sono le caratteristiche salienti di questo prodotto. Insomma,
i Falconer lasciano in secondo piano la potenza, le alte velocità
, i tecnicismi di sorta e la melodia facile facile e giocano a suscitare
emozioni con il loro essenziale gusto epico! La proposta si attesta su buoni
livelli qualitativi, sia per quanto riguarda la produzione (a cura di Andy
LaRocque, King Diamond) sia nello snodarsi delle varie songs, senza nessun
riempitivo di sorta e, l’unico difetto riscontrabile, in seconda analisi,
è quello dei suoni di batteria, in alcuni punti, davvero troppo convenzionali
e poco incisivi. La mid “Enter the Glade”, la più veloce
“The Clarion Call”, la ballata “Portails Of Light” ed
il suo crescendo elettrico, la celtica “Lament Of A Minstrel”,
mettono in luce le varie sfumature presenti nel sound di questa band. La
line up è composta dall’ottimo singer Mathias Blad, anche impegnato
con le tastiere, dall’ ex-Mithotyn Stefan Weinerhall (guitars,bass)
e dal drummer Karsten Larson. Ragazzi, se state ancora aspettando il seguito
di “And The Cannons Of Destruction Have Begun…”, se non riuscite
proprio ad attendere l’imminente come-back del signore della guerra
(…speriamo bene!) allora potete dare una possibilità a questi
onesti Falconer!
Recensione Realizzata da Bruno
Rossi. |
